martedì 14 settembre 2010

Festival Filosofia: fortuna che c'è?

Photo Andrea Calderone
Ormai ci siamo: venerdì comincia il Festival Filosofia. Avete già dato un'occhiata al programma sassolese?
Io sì e ho già qualche idea su quello che mi piacerebbe seguire. 
E voi... siete tra quelli che non si perdono un'edizione? Frequentate anche altri Festival? Cosa ne pensate di questo? 


Io ad esempio sono da poco rientrata dal Festival Letteratura di Mantova. Da anni li seguo entrambi e mi scappa di fare il confronto. E se devo proprio cercare il pelo nell'uovo, vi dirò che la formula mantovana mi piace (di più): sono disposta a prenotare e pagare una piccola quota pur di assistere alle lezioni comodamente seduta, in un luogo riparato e all'ombra, senza avere nelle orecchie il vociare di curiosi e passanti. Mi capita di parlarne con amici e conoscenti, so che non tutti sono d'accordo con me, c'è chi preferisce la forma "democratica" modenese. Voi cosa ne pensate?

Al di là di questo, il programma di quest'anno vi soddisfa? Sarete a Sassuolo o preferirete Modena? O Carpi? Vi fate attrarre dai grandi nomi o dall'argomento delle lezioni? Seguite anche gli eventi collaterali?
Come al solito, vi invito a dire la vostra.

Paola Gemelli
Direttore Responsabile Sassuolonline


2 commenti:

  1. Sono pienamente d'accordo nel preferire la formula "mantovana". Ieri (venerdì) mi sono trovata in due situazioni poco piacevoli: al mattino mi sono recata in piazzale Avanzini per assistere alla lezione di Carlo Galli, mi sono seduta, poi, all'arrivo di una schiera di studenti, hanno annunciato che dovevamo lasciare il posto alle classi che avevano prenotato. Ah perché bisognava prenotare? Non era specificato! Ah, solo le classi potevano prenotare, tutti gli altri si sedevano solo dopo che gli studenti avessero preso posto! Allora, sapendo quante prenotazioni c'erano già con le classi non si poteva calcolare in anticipo che non ci sarebbe stato posto per nessun altro? Mi sono alzata e sono tornata a casa. Come inizio non è stato un gran ché. Alle 18, 30 c'era il tanto ambito Massimo Cacciari. Mi sono mossa per tempo, alle 17,45 ero già lì ma, ahimé le poche sedie previste erano già occupate. Mi sono seduta per terra davanti e mi sono resa conto di non essere più una ragazzina che può bivaccare per 1 ora e mezza seduta scomodamente con l'ombrello aperto perché è persino piovuto. Ovviamente oggi (sabato) non mi muovo neanche per le lezioni del mattino perché sarebbe la stessa cosa di ieri. Per stasera, alla performance di Bergonzoni, ho pensato di organizzarmi: o vado in piazza alle 20, oppure mi porto una sedia pieghevole da casa. Mi chiedo: visto l'ormai accertato successo di questa manifestazione, non si potrebbero prevedere spazi più ampi?
    Scusate la piccola polemica.

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  2. Finito il Festival, si tirano le somme. L'organizzazione ha annunciato il tema del prossimo anno e anche i numeri di questa edizione (Festival Filosofia: nel 2011 si parlerà di natura).

    Il Festival è stato un successo nonostante il cattivo tempo... però i motivi di lamentela da parte dei partecipanti non mancano.

    Vediamo di mettere sul tavolo un po' di "cose":
    da un lato è bello che gli studenti partecipino, dall'altra è estremamente fastidioso che disturbino le lezioni con le loro chiacchiere (si deve arrivare a redarguirli dal palco, come successo, Sandra, sabato mattina quando il posto c'era e l'ho trovato facilmente, ma con questo inconveniente).
    Domenica pomeriggio, all'ultima lezione, uno sfortunato professor Ferraris ha dovuto fare i conti non solo con la mancata visualizzazione del power point appositamente preparato (e chi è abituato a relazionare in questo modo sa bene come sia difficile riorganizzare l'esposizione dovendo farne a meno e senza il tempo di pensarci su), ma anche con le chiacchiere di chi tra bar e portici trascorreva la sua domenica in piazza. Il professore se n'è lamentato pubblicamente, ma non era l'unico ad esserne disturbato. D'altra parte eravamo in una piazza. Vero, ma credo anche che il rispetto per un ospite chiamato a tenere una conferenza non dovrebbe mancare.
    Che dire poi del sole cha ha tormentato il pubblico domenica mattina?
    A Modena non si sono viste scene molto diverse. Venerdì pomeriggio, piazza Grande gremita per la lezione di Augé, tutti seduti con l'ombrello. Sì, c'era la tensostruttura in piazza XX settembre: tutto pieno. E la lezione si è tenuta comunque in piazza Grande.

    Insomma, il Festival ha le sue pecche. E' pur vero che la gente viene nonostante certi disagi, ma ho qualche dubbio che questa sia davvero una bella cosa per tutti. Quando uno ha sete (in questo caso di cultura) si fa chilometri per raggiungere il pozzo più vicino e sopporta i disagi del viaggio... eppure se si può rendere più alla portata questo pozzo e alleviare qualche disagio, perché no?

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